Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978
tura della stessa lingua. Ma ora dovrebbe essere chiaro che quell'energia e quel lavoro sottratti, manipofati e incorporati in questo Linguaggio senza più sono an ch'essi linguaggio, cui non fanno difetto articol a zione e simbolizzazione, linguaggio non tanto dell'anteriorità quanto - dell'antagonismo alla « metafora paterna», qui riprodotta daUa figura asmatica del professore. Poiché qui affrontiamo immediatamente opposizioni e diffe renze sociali, si deve parlare semplicemente (ci pare) di un linguaggio impedito, negato a:i rapporti e alla circolazione, degradato (dai rapporti sociali di produ zione in atto) in energia e rubato, sottratto - in valori e profitto - per la forma e il potere concreti della comunicazione e dello scambio. Anche per lo studio di questi fatti nel sistema del'la comunicazione, se è utile (come riteniamo) riprendere una griglia proposta recentemente da Salvatore Veca nel suo Saggio sul programma scientifico di Marx 8 , vale dunque il giudizio ohe lo spazio cruciale, quello in cui si definiscono la sottrazione di linguaggio e la for mazione di valori per il sistema, è lo spazio della pro duzione: lì, nei rapporti tra le classi e nei metodi, si determinano le opposizioni e le differenze che costitui scono la lingua ufficiale e il suo potere. Anche per noi « la questione di come ciò determini in modo univoco la distribuzione» può formularsi « in subordine» 9 • Vale a dire che scuola, tecniche e pedagogia dei mass-media, e tutte le istituzioni, per quanto attiene al discorso, vanno viste prima di tutto come strutture e momenti della produzione linguistica, e che anche per la lingua, e per definirne il costo, . in processi di oppressione e alienazione d'energia e lavoro (quel «vissuto più vero e più sofferto») e di profitto, è «cruciale» lo «spazio delle forme di distribuzione del potere tra le classi, quanto al controllo e alle decisioni» sui metodi e sulle tecniche di produzione 10• 88
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