Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978
generale stagnazione della cns1, lascia aperti alcuni varchi in quegli spazi affollati e concede qualche salto, qualche vuoto (per sorveglianti e istrutfori si dice « ora buca») nell'orario; lascia correre qualohe alternativa il lusoria: tra il consumo faticoso, silenzioso di molti lin guaggi personali nel compitare la lingua educazione/ produzione, tra la degradazione di quei linguaggi, della loro fitta modulazione e articolazione, in pura energia per sottrazione di spazio e di tempo, per mancanza di respiro e d'ascolto, in lavoro da erogare e da stentare nelle compitazioni, tra tutto questo, che appartiene al i'o:t"dine (nel caos) e al tempo, e il dibattersi violento, vociante, in segni, gesti, frammenti che pur parlano realmente, ma anche vanamente, come in uno spreco previsto e comunque necessario, inevitabile in queste fabbriche. Ancora un dato, dunque, in termini di testimonianza: e tra l'atltro ripete che si sta facendo chiara, proprio nella competenza e nella vita del linguaggio, la ragione dell'opposizione e del rifiuto. Uno studente in un'assemblea dell'istituto Cesare Correnti, uno di questi giorni, ieri o l'altro ieri, escla mava: « Il professore. Sì, il professore, un'asmatica con trofigura paterna». Quell'attriuzione, quell'asma è tutta linguistica: così si può intendere. Il professore è il depositario e l'esem pio del « Linguaggio senza più»: il linguaggio (come dice Agosti) « articolato in opposizioni e differenze», il linguaggio « della comunicazione e dello scambio, della legge e dell'ordine simbolico, del culturale e del sociale» 7 • E l'asma è qudla mancanza di respiro e di ascolto che dicevamo, quella fatica e quell'oppressione, nel compitare e nel produrre, in ogni elemento e strut- 87
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