Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

Nel vostro silenzio vedo la vita batt-ere, tagliare mettere insieme. Nei vostri passi, nei miei passi si accendono strade, case. La solitudine alza il capo con amore. Il tempo, compagni, il tempo nidifica nella ferita, nella tortura. Lanciate, scatenate la vostra forza di bufali le vostre fiamme di cratere. Vedo cadere millenni di privilegi millenni sanguinari. Vedo spazi caldi. Vedo mon:di caldi attorno a ogni piede nudo. La mia convinzione, nel leggere, intende rispondere alla convinzione di colui che parla e partecipa « con­ versazioni silenziose» (Vogliono cacciarci sotto) in im­ magini, concordanze letterarie, memorie del linguaggio poetico di stagioni e anni più o meno concomitanti: risponde a un segno, un respiro, un tono che raccoglie nella scrittura. n punto più sensibile, vorrei dire dolente, è quello in cui la smentita (del programma dell'autore) si tra­ veste o si scopre in una conferma radicale: quel « di­ scorso culturale nuovo antibo l 'ghese e anticapitalista» si compone nell'ordine · diuturno - produzione e con­ sumo - del discorso letterario. E' fuor di dubbio, così almeno mi pare, che quel programma di « lavoro con la poesia» si consegna interamente e si risolve in quest'ordine. Ma diuturni, continui sono anche quel « brusio dì discorso», quella « grande proliferazione del discorso» - ripetiamo appena nell'incontrarli e per intenderci le denominazioni di Foucault - che premono alle soglie 79

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