Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

è afferrata», e non trova altro scampo se non nel rogo. Orlando, non solo non si dà la morte, ma rinsavisce, dimentica Angelica e ,torna - nel combattimento di Li­ padusa e nella presa di Biserta - il grande e saggio duca di re Carlo. Si potrebbe dire che la sua follia ha una funzione catartica, liberatrice. Il volnus infertogli non tanto dal tradimento di Angelica, quanto dal suo cadere inna­ morato di lei, viene curato con la temporanea uscita di senno. Si tratta, infatti, di una espiazione. Come appren­ deremo nel canto XXXIV, per bocca addirittura di Gio­ vanni l'Evangelista è stato Dio in persona a punire Or­ lando di follia, iper essere egli venuto meno aUa « di­ fesa della santa fede» per cui gli era stata concessa l'invulnerabilità, « che ferro alcun non lo può mai fe­ rire». « Non lo può mai ferire». Ma, quattro secoli prima, neUe lasse della Chanson de Roland, proprio in difesa della santa fede, Orlando è stato ucciso a Roncisvalle. Invulnerabile è dunque , solo nella follia. « La For­ tuna, che dei pazzi ha cura» gli permette persino di attraversare a nuoto, da Gibilterra a Ceuta, lo stretto di Atlante, l'ultima, ma anche la più esorbitante, delle sue imprese dementi, delle sue - per dirla con Freud - « paurose avventure». Rinsavito, Orlando, vedrà morirsi tra le braccia l'ado­ rato Brandimarte, conoscerà - nei Cinque canti e nel- 1'epopea antica - il tradimento di Gano ,e dei Magan­ zesi, verrà sospinto alla morte dal 'Suo stesso eroismo. Non è all'eroe, ma al pazzo che « nulla può accadere». Nella terra desolata della delusione amorosa e della gelosia, la follia è per Orlando la salvezza. E noi oggi, che viviamo in una terra ben più deso­ lata del paesaggio distrutto dall'ira e dalla vendetta di 73

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