Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

La pazzia di Amleto « In qualunque maniera di me parlino i mortali... tuttavia, che io sola, io sola, dico, possa rasserenare con la mia potenza gli dei e gli uomini ecco la prova più grande. Appena mi sono presentata a parlare a questa affollatissima assemblea, improvvisamente il volto di tutti s'è illuminato di una ilarità nuova e insolita... sì dhe tutti voi qui presenti, a ben guardarvi, mi sem­ brate briachi dello stesso nettare e nepente degli dei omerici... quanto poi alla causa della mia venuta e di questo insolito abbigliamento, potrete conoscerla tra poco se non vi sarà gravoso prestare orecchio alle mie pa­ role; non però quell'orecchio che prestate agli oratori sacri, ma quello che siete soliti drizzare per i ciarla­ tani del foro, i parassiti e i buffoni...». Naturalmente non sono io che parlo. E' la follia .di Erasmo che entra così sicura in scena e così parla: « Dovrò dire chi sono... Chi mai meglio di me potrebbe descrivermi? A meno che non esista qualcuno a cui sia per caso più nota di quanto lo sono a me stessa ». Polonio dice nell'Amleto: « Definire la pazzia che cos'è se non essere pazzi». Il che potrebbe voler dire due cose: c'è della pazzia nel tentativo ragionevole di defi­ nire la pazzia perché chi parla così sono « coloro i quali rivendicano per sé la maschera e il titolo della sapienza, 42

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