Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

mate», l'esito è l'immobilità. ·E può essere riferito, a piacere, all'Italia o all'America. nove ricorda Kraft, gli ecologi confliggono con i fautori dello sviluppo, gli agenti di polizia con i paladini dei diritti civili, i difen­ sori dei bianchi con gli avvocati dei negri. E tutti in­ sieme si neutralizzano reciprocamente a colpi di veto. Il risultato è l'immobilità: «the upshot is stalemate». Le conclusioni deducibili da questa analisi non sono poche. Non sono allegre. Esse attengono direttamente alla diagnosi della democrazia oggi. Noi abbiamo sem­ pre sospettato, - e qualche volta detto - che la mac­ china democratica, questa macchina democratica a cui abbiamo fatto ormai l'abitudine, a cui non sapremmo più rinunciare, non va molto d'accordo con la ugua­ glianza. Ma non siamo mai stati capaci - confessia­ molo - di dimostrarlo. Abbiamo insinuato dei sospetti, sul conto dell'ascen­ denza familiare di questa democrazia: ti conosciamo mascherina, sei figlia della borghesia aoquisitiva; una volta soddisfatta tu, degli altri non te ne importa niente. Sul conto di certi trascorsi: le conosciamo bene le cose che hai combinato, al tempo della Comune di Parigi, o nel Cile. Ma non siamo riusciti a risolvere in chiarezza teo­ rica questi pur fondati sospetti. Possiamo farlo adesso. Perché adesso i nodi vengono al pettine. Adesso si può vedere bene come questa macchina democratica, di cui non si sarà detto mai abbastanza bene, funziona sì, ma a patto che non la si spinga a pieno regime. Se tutte le sue «componenti» sono contemporaneamente sul pal­ coscenico, se tutte le sue ·«articolazioni» sono contem­ poraneamente attivate, il meccanismo si inceppa. The upshot is stalemate. Coniugare insieme democrazia e partecipazione è il sogno di tutti; illudersi che questa congiunzione sia fa­ cile, che basti associare insistentemente i due termini 196

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