Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978
nazione... nell'ignoto che soffre è lasciare la sua sofferenza terrena quale essa è: inchiodata al sup plizio. x - ... finché quella carne sia resa in ispirito! So cos'è la religione... e conosco la teodicea, puoi lasciare questo tasto nel fondo dei secoli. Ma non mi dire... che quello sconsolato e malcontento... si chiama piccolo Hans? y - Ma vedervi di volta in volta un disoccupato che non sa dove trovar lavoro un liceale che non sa che farsene della sua scuola una giovane donna che sa... quanto ,è oppressa... ma vedere di volta in volta... in colui che soffre, i suoi problemi specifici... saper distinguere le sue peculiari fe rite... allora è una storia che in parte conosci, che almeno capisci nelle sue linee generali. E sulle quali sei meno disposto a ironizzare. Perché sai che il dolore... sempre assomiglia alla verità, per ché dietro alla tua militanza di comunista c'è anche un po' di quella sofferenza. E tu lo sai... quando vagli e rivagli, anziché sermoneggiare con maietica idiozia... Come stai facendo adesso. x - E io ti avverto che ti ho colto nel tuo esercizio preferito, nel migliore dei tuoi difetti: coprirmi la voce, cavalcare sulle mie onde sonore, dimo strarmi che hai più vigore e fiato! y - Vedremo! A suo tempo vedremo, chi ha più fiato nel fuoco d'amore. Il piccolo Hans? chiedevi. E ancora una volta ti rispondo di sì. Quell'altro che soffre dietro a Lacan, è Hans che ancora si dibatte coi problemi di quando era bambino. Hans malaticcio e sma nioso. Hans ancora incerto... non più del proprio sesso, ma ancora del proprio piacere. Hans che ancora non può godere. Hans che avrebbe potuto chiamarsi anche Anna. Quell'Hans imberbe che 183
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