Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

Tirarsi indietro. Sì. Innescata la traslazione: rimanere neutrale, divenire assente. Perché l'ana­ lisi non è un ra,pporto umano! Nell'analisi si deve declinare ogni patema, resistere ad ogni profferta ripetuta ascoltare soltanto la eco. Per vocazione, farsi come morto... come un vero psicoanalista deve fare... coi propri analizzati. Scostarsi da quel muro di dolore che è l'analizzato, evitare il con­ tatto diretto... per lasciar vedere oltre quel muro. Questa è l'analisi, quella vera, quella che non è una predica, quella che non ti dice cosa è! bene e cosa è male, quella che non ti impone la propria ideologia... ma ti fa vedere, affinché tu possa scegliere i... e tra i tuoi... desideri. Scansarsi in modo che l'analizzato, tra le sue effusioni, veda il suo Altro; facendo in modo che l'analizzate veda, cioè finalmente sia analizzante, sia capace di prendere in mano la propria parola, con tutti i suoi traslati. Sappia riconoscere la forma e l'ori­ gine, il come e il chi gli ha organizzato a quel modo i suoi desideri, e le sue angosce. E poi sce­ gliere! Perché allora sì, solo allora si è in grado di scegliere! L'analizzato è analizzante, cioè co­ mincia a smetter� di soffrire per sé e per altri, quando sa scegliere tra ciò che gli preme dentro, e vuole manifestarsi. Quando sa cosa lasciare ai sogni... e cosa riservare alla vita. Quando si ac­ corge che quella scelta è quella che più gli dà piacere... e che meno gli dà rimorsi, sensi di colpa o disagi. Quando non più a parole... ma in realtà, quindi assumendo la realtà con alcuni suoi prin­ cipii... quando, dicevo, comincia ad essere in pace con se stesso. E si è in pace con sé medesimi quando i desideri da impaccio diventano stimolo, stimolo a conoscere... e a godere. Godere della 181

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