Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978
sogghigno. O lo riconosci solo con un gioco di parole? y - D'accordo. Soltanto che il problema sarebbe pro prio di intenderci... senza storcere il naso... su ciò che tu chiami quello. E poi nel gioco di pa role ci sono spesso delle verità. Sia ben chiaro non voglio dire che la verità risieda sempre negli spropositi del Witz, e in ciò che con lui spesso risuona: il vizio. Ma è certo che ci sono delle verità nelle scorciatoie tendenziose di una bat tuta di spirito: in quella sua capacità di buttar giù la maschera, di denudare a colpo solo e si curo. La verità cruda, rosea e imprevista come un corpo svestito. x - Un corpo da leccare? y - E perché no? La carne viva, quella vera, non si mangia, si lecca. x - Qua cominciamo a spingere! Noto un marcate languore. Alludi forse a qualcosa? y - Alludo alla tua ostinazione nel non lasciarmi muo vere la lingua dove e come più mi aggrada. La scia i tuoi presagi prematuri, e fammi parlare una buona volta! Lasciamo in pace il piccolo Hans, rivista di analisi materialistica, e soppe siamo i materiali di questa comunicazione per im magini, che della pratica teorica lacaniana tende sostanzialmente... ad esaltarne l'elemento sogget tivo, la performance del corpo umano Jacques Lacan... certo prima sede dell'enunciazione laca niana! Voglio dire che di una pratica che si crede abbia un fondamento nettamente soggetti vistico, se non proprio idealista, si tende a mo strarne il soggetto in persona. Soltanto che il nerbo del discorso lacaniano non si esaurisce nella per sonificazione che ci è a prima vista proposta. Occorre vedere attorno a Lacan, vedere cosa c'è 176
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