Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

rassicurante dell'in�ellettuale responsabile. Certo non è così che si portano al mercato i frutti del proprio lavoro. E poi meno cipiglio! Sì, perché qua, vera­ mente sembra, anzi lo è... è contrito. Ha un at­ teggiamento isolatore e poco indulgente. Più che serpigno, come tu fantasticavi, è.I quasi sdegnato... mentre guarda, dall'alto del sapere suo, un in­ terlocutore che noi non vediamo... ma che egli giudica decisamente molesto. Già questa prima evidenza mi pone �ei pro­ blemi! Da dove gli viene quest'aria che ributta? Alterigia, dandismo, ripulsa degli altri? Eh no... questa foto non l'ha scelta Finzi! E' il compagno dell'impaginatura... che non contento di aver spezzato l'articolo in veri tronconi... guar­ da. Quest'articoìo sembra una scheggia... dal bas­ so in alto percorre due pagine. x - Sì, segmentato come una folgore, zigzagato comè un lampo. Infatti aspetto il momento in cui mi dirai che la recensione di Finzi è un lampo, uno sguarcio di verità nel grigiore degli stereotipi po­ litici, una caustica luce nel plumbeo linguaggio del piombo. Perdonami sai! Ma... perché non ti interroghi, ovviamente sempre mossa da scienti· ficità materialistica, · sull'acido di sviluppo... che un altro compagno, un operaio, l'addetto allo svi­ luppo, ha impiegato su quel, è il caso di dirlo, negativo lacaniano, nell'interno di stabilire una calcolata e corretta strategia di luci... La politica delle tinte e gradazioni ritenute fotogeniche! Viva il capo operatore, o cosiddetto direttore della po­ litografia. Sì, perché il direttore della fotografia­ politica usa i proiettori come un pittore usa pen­ nelli e colori ...e coi suoi pennelli luminosi esegue una strategia di partito. E il Partito quando non è 171

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