Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

proprio un soggetto supposto sapere, un po' re­ ticente nei suoi scamlbi di parola. Guarda con che aria biancicata e impettita si appoggia alla sua giacca civettuola... e forse verdastra. Decisamente è uno che non teme di essere chiacchierato. « Ecco a voi lo psicoanalista che gira, Signori, gira tra gli uomini... con sempre nuove scoperte e prodigiose conquiste... volevo dire tra i critici.. tra quegli osservatori che criticano, stroncano_ liquidano... Signore e signori, ecco a voi la belva più brizzolata della cultura, uno degli esemplari... volevo dire intellettuali, più sindacati nell'ultima stagione venatoria... volevo dire culturale, Signori culturale. Ma Signore e signori, questa selvaggina d'avanguardia che vedrete talmente d'avanti alla mischia da riuscire ad uscirne sempre illesa, non teme frecciate... Il suo ardore non ha titubanze. Vedrete con quanta risolutezza e flemma si get­ terà nel cerchio di fuoco... e supererà d'un balzo il passato. Signori. E' il fuoco che mostra di che valuta è il coraggio! Certo, come ogni avanguar­ dia anch'essa è strafottente; ma solo perché sente e sempre si sente, con ragione, re della strada e re della foresta! y - Va:bbé, c'è poco da giulebbarsi. Almeno i suoi, Ecrits non sono mica uno scherzo; chi ha scritto quelle pagine non aveva chicchere in mano e tan­ tomeno rospi in gola. Gli Ecrits non possono certo essere ridotti ad un evento di intima vitalità let­ teraria, quelli non sono all'acqua di rose. Però anch'io, Lacan, me lo aspettavo diverso. Non dico con l'aria paterna, comprensiva e bonacciona del vecchio medico di famiglia, sagace, sensibile... sti­ racchiato e sollecito, se non proprio scrupoloso. Ma almeno... avrebbe dovuto avere lo sguardo 170

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