Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

prensìli, e andare per alberi e fiumi. Se dovesse vivere nel mondo animale, Lacan sceglierebbe di essere una salamandra o una rana. Guardalo, una rana con la pelle prosciugata... e che trattiene il sospiro per portarsi il cuore in gola. Una di quelle rane che pare si pompino per fare a gara col bue, ma che in realtà non vedono l'ora di allun­ garsi in acqua, dove ,meglio chiudere la bocca, per misurare... in apnea... il proprio... sussiego, sussiego dall'odore di melma, beninteso, in fer­ mento! « Silenzio in sala! Vi scongiuro silenzio signo­ ri. Il guru è tra sé e sé. E' sospeso nel tempo. Ora respira dall'interno, ora circuita la sua provvista d'aria nel corpo macerato». Guardalo. Il momento è memorabile. Gli è andata una bolla d'aria die­ tro la mascella di destra, quella più adagiata. Ma ne ha poi ancora tanta in pancia. Ho un bel da mettere a tacere il mio scettici­ smo. Più lo guardo e più mi indispone, e più la recita continua. 1 Se vuoi posso cambiare scenario! Se vuoi, proponendo un altro registro di asso­ ciazioni... si può far pensare che le sue siano le gote di uno che avrebbe voluto continuare a pop­ pare. Se poi gli si guarda la gola palmata sotto l'osso del viso, e gli si danno tutti gli anni che ha, lo si può vedere nel salotto buono, tra pastic­ che di rosolio: « No, ça suffit », disse con le pal­ pebre socchiuse... e spiegazzando un grazie schi­ fato e pur sempre polito... mentre col sigaro ter­ minava un ricamo voluttuoso... e sapiente nel- 1'aria. Guardalo, ha appena posato sul ginocchio appuntito la sua farfalla digitale. Guardare per credere. Eppure c'è un disagio in lui, un fastidio cor­ porale. Un disagio di civiltà! Eh, sì! ora sembra 169

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