Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978
l'Altro. .Poi troviamo ancora nei fobici chi ad esempio teme di imboccare un'autostrada o di trovarsi su di un treno, cioè di trovarsi preso in un movimento da cui non potrebbe sfuggire, e questa raffigurazione rap presenta assai bene il rapporto del soggetto con la catena significante. Ebbene questa precisazione sul grande Altro, ci per mette ora di parlare della questione del normale. Riprenderò l'esempio della mia giovane e simpatica analizzante per osservare che, in un secondo tempo, essa ha trovato anormale il piacere che aveva menzio nato in un primo tempo. !Allora anche servendoci di questo piccolissimo esempio possiamo dire ciò che si gnifica per noi essere normali. iEssere normali per noi vuol dire rispondere all'immagine, imago, che immagi niamo essere quella che l'Altro spera e attende da noi. Potrei dare a questo proposito tutti gli esempi possibili ma pensavo soprattutto a questo. Se leggete le memo rie dei capi della germania nazista costaterete come fos sero tutti perfettamente normali, normali perché si trattava di essere fedeli all'immagine di ciò che era il loro grande Altro e di ciò che all'epoca esso si aspet tava da loro. ·E' bastato che con la mia osservazione evocassi la norma sociale, moderna, attuale, che vuole che si pa droneggi la fecondazione, perché subito la mia giovane analizzante si accusasse di essere immatura e anormale. Noterete che questi due valori di normalità non sono equivalenti, perché il primo, quello che consisteva nel l'invocare il grande Altro, si rapporta a un fatto di struttura, mentre il secondo, quello che lei ha dedotto dalla mia osservazione, dipende dalle norme dell'etica sociale. E' per questo che si può dire, effettivamente, che dal tempo di Freud le nevrosi sono cambiate. Perché? Perché al tempo di Freud il sintomo era precisamente 159
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