Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978
discorso, ossia a una modalità di funzionamento, a un'utilizzazione del linguaggio come legame. E' il rapporto particolare, doppio del bambino con il discorso a portare con sé la questione insidiosa del rapporto tra le formazioni dell'inconscio, come sono formalizzate dai materni, e la formazione dell'inconscio Una questione insidiosa, perché si trova al centro delle posizioni transferenziali e di resistenza degli analisti rispetto all'analisi dei bambini. Non conosco la situa zione in Italia, ma in Francia il mercato del lavoro per gli psicoterapeuti riguarda soprattutto le istituzioni per bambini; ·di conseguenza, molti analisti in formazione fanno la loro prima esperienza di terapeuti con dei bambini, il che consente di dire che questa pratica è spesso prematura. E non è sempre qualcosa di anodino. quando la pratica prematura sostiene una resistenza particolare, resistenza che si manifesta certamente nel- 1'analisi personale e in modo variabile in una sorta, per così dire, di pratica estensiva, addirittura di mili tantismo analitico nelle istituzioni in cui lavorano que sti soggetti, un fenomeno connesso con una sorta di rapporto proiettivo a contatto con l'inconscio dei bam bini. A proposito di questo rapporto proiettivo, direi anzi di questo trionfalismo talora un po' ipomaniacale, si è potuto dire che questa fascinazione della pratica con i bambini serviva all'analizzante, in posizione di analista, come una protezione, un rifugio rispetto a un possibile questionamento sulla morte e si sa che è que sto un tempo essenziale dell'analisi. La formula di Freud, tanto spesso evocata, « Wo Es war soll Ieh werden » e tradotta da Lacan con « Dove così era, è mio dovere -che io venga a essere» situa il momento in cui può porsi, iper un soggetto en sou ff rance che si è rivolto a un analista, la questione della morte sotto 'le due forme di morte reale e morte simbolica; ora, per 151
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