Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978
ad altri. E' concepibile che i sogni manifesti mostrino tutta la varietà delle nostre produzioni intellettuali. In fatti dopo l'insuperabile intuizione di Aristotele il sogno non è altro che la continuazione dei nostri pensieri nello stato di sonno. Ho solo questo da aggiungere: pensieri modificati attraverso le particolarità psicologiche di quel la terra straniera ». Con la mia alta considerazione, suo Freud L'intuizione di Aristotele di un sol tratto dunque cancella il sentimento di evasione che dalla libera fanta sia avrebbe dovuto portare al surreale. E la penna di Freud segna con sev , erità l'insignificanza del materiale onirico - e qui per noi anche fantastico - se non accom pagnato dai passaggi necessari a ricostruirne, insieme al contenuto latente, la logica interna. Taglio perentorio che ci orienta nella via di una libertà attraverso la ne cessità. E con la libertà veniamo a Sartre, e al suo esercizio in letteratura. Ma prima di rispondergli con il Barthes del Grado zero della scrittura, osserviamo almeno che già per Sartre questa libertà è mediata attraverso il pub blico che è, per lui, l'Altro. Se l'opera è specchio in cui si riflette l'Altro non si potrà trascurare il peso sinto matico dello sguardo a cui l'autore si indirizza seèondo una certa struttura necessitante di rapporti. Barthes con la finezza che è la sua ha presentito, introducendo il termine di scrittura, e al suo grado zero, l'urgente pressione storica di codici molteplici ed estranei ai ge neri dentro la produzione letteraria, e ha mediata la questione della libertà ricuperandola nella dimensione terza della scrittura costruita su due nature date: la lingua e lo sti1e. L'accento è così caduto su una trans letterarietà in cui venivano assunti linguaggi allogeni, assunti nel sistema letteratura come processo necessario 15
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