Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

caso Schreber, nella misura in cui il discorso, mediato da una memoria scritta o dal padre del bambino, si percepisce filtrato, un po' come nell'analisi di controllo_ fo cui il controllato, rifrangendo il discorso di un ana­ lizzante, presenta al controllore i differenti registri in cui può leggere questa partizione. Freud utilizza il caso del piccolo flans a sostegno della teoria sessuale delle fobie e della sua importante scoperta :della sessualità infantile. Alla fine del commento dell'osservazione, Freud scrive: ·« Se la cosa fosse dipesa soltanto da me avrei osato dare al bambino anche una spiegazione che i genitori ritennero di ricusargli. Avrei confermato i suoi presentimenti istintivi rivelandogli l'esistenza della va­ gina e -del coito [...] » 1 • L'analista, quindi, sarebbe in­ tervenuto nel registro del corpo e del sapere, .di un sapere :sul corpo. Freud aggiunge: « Sono convinto che non ne avrebbero sofferto né il suo amore per la mam­ ma né la ·sua natura di bimbo e che avrebbe compreso egli stesso che, per occuparsi di queste importanti, anzi imponenti questioni avrebbe dovuto attendere in pace che si fosse adempiuto il suo desiderio di diven­ tre igrande » 2 • Accanto a questa tentazione pedagogica, alla quale peraltro Freud non ha ceduto, c'è un'altra tentazione per gli psicoanalisti .di bambini, quella di cogliere una sorta di ontogenesi dell'inconscio ovvero il soggetto allo stato nascente. Come si forma l'inconscio in un sog­ getto, da che momento c'è soggetto? Non è.I tanto fa­ cile ammettere che si tratta di una questione del tutto fasulla. Nelle prime pagine del suo discorso di Roma (Funzione e campo della parola e del linguaggio), La­ can mette esplicitamente in guardia, a proposito della funzione dell'immaginario, contro le tentazioni di un approccio alle strutturazioni preverbali nella psicoana. lisi infantile. n soggetto è qualcosa che è preso in una struttura, non in una genesi e che, per essere compreso, 145