Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

sezione clinica Bambino e discorso E' questo il titolo sotto il quale indichiamo l'espe­ rienza psicoanalitica a proposito del bambino. Di tale esperienza è noto il cattivo uso, rilevabile in partico­ lare in certi studi che aspirano alla conoscenza del bam­ bino da parte deHa psicoanalisi per fini di ortopedia terapeutica o di pedagogia; una posizione falsa rispetto alla psicoanalisi, che ,si sostiene solo a parHre da una coerenza teorica, logica che è quella del discorso ana­ litico, un teI1II1ine introdotto da Jacques Lacan, in una opposizione articolata al discorso del maztre, in cui il bambino, appunto, qui o nel termine medio del discorso isterico, occupa il posto costrittivo di oggetto. Solo in quanto soggetto dell'enunciazione, e non del!'enunciato, il bambino, come tutti, può a'Vere accesso a1l'esperienza analitica: perciò ora dobbiamo :soffer­ marci brevemente su alcuni registri privilegiati in cui il bambino-soggetto è :parlato, prima ancora che parH. Dirò i registri del corpo, del sapere e del desiderio. Perché il corpo? Del corpo si dicono molte cose e molte cose vi hanno luogo, proprio perché non sono dette. Innanzitutto la nascita; chi ha una formazione medica potrà riferirsi al ·discorso dell'ostetrico, assillato dalle realtà di ieri di febbrJ puerperali e di mortalità neo­ natale. Forma di un bacino materno, sangue, acqua 141

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