Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

interrogativo: perché una lettura seconda dell'opera di: un paranoico come Schreber permette l'accesso a una struttura, mentre una lettura seconda di uno scritto di quell'altro paranoico che è il medico quando scri , ve di medicina, non quando è fi!sica o chimica, quando è medicina della persona diciamo, si rifiuta a qualsiasi tipo di accesso al simbolico, a qua1'siasi possibile col­ locazione nella struttura della scritrura stessa. Si deve forse integrare l'a:ffe:t1mazione di Lacan, che « la scrittura supporta del reale», con la condizione che ,lo ,scrivente supponga un ,sapere, nell'Altro? Quel­ l'altro, cui Schreber si r , ivolgeva perché riconoscesse il reale del proprio delirio. In questo rendendosi acces­ sibile all'interpretazione freudiana, più di quanto lo fosse Kraepelin, per il quale il delirio è il reale-naturale . Ho �;olo accennato a un nodo - senza volerlo soio­ gliere - per introdurre sulla ,questione della follia come « a due», il peso che ha ,la congettura soggettiva del sapere rispetto alla scrittura. Milano, 25/26 febbraio

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