Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978
Amleto fa rappresentare si rovescia, diventa l'« Amleto». Ora la follia stringe un patto, un'alleanza, una com plicità sempre diretta con la scrittura, e la scrittura si pone in quanto follia come la sola forma poss,iibile di critica del moderno. Carlo Viganò ,�Chi è più folle Schreber o Kraepelin?) Sentivo il bisogno di intervenire solo un istante sulla questione sollevata dalla Virginia Finzi Ghis,i pri ma pei:iché mi interesserebbe dare una direzione a quella questione, che mi sembra centrale, assolutamente im portante. Anche perché in questa sede avevo detto qual cosa che era un contributo a quella questione, cioè il rapporto diciamo tra il fatto che la follia - io esten derei la classica espressione degli psichiatri francesi della folie à deux, dicendo che il n'y a de folie qu'à deux. Questo lo dico aopo che l'ha detto Lacan. Che non c'è follia che a due, che la struttura della follia è ,giocata su un due, cioè è giocata lui dice su una for dusion, in qualche modo un non accesso al terzo. Rap porto con la scrittura, che allora considerai nel mo mento in cui il folle '« volontario » appone la propria firma sotto a un articolo di legge. Volevo solo dare qualche piccolo spunto per orien tare questa questione, che mi sembra interessante non tanto nella ricerca del partner di un folle che compaia nel testo letterario, quanto piuttosto in ,quella ricerca del la funzione dello scritto nella follia; e in questo senso vor rei citare due esempi storici che mi sembrano dd tutto significativi. Uno è quello del trattato di Kraepelin, di oui mi sono occupato. Kraepelin: non ho notizie biogra fiche su di lui a:na ho tutte 1e ragioni per credere che 137
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy