Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

controllabile. L'arbitrarietà del segno va a trovare il suo fondamento nel fatto ohe il segno è arbitrario in quanto fondato sull'arbitrio. Raccontare il mondo è ar­ bitrario, in questo senso, perché il mondo si è reso inconoscibHe. E volete che di fronte ad un mondo inconoscibile, prima ancora che incontroJ.la:bi:le, i giovanotti non stÌ'ano male, non straparlino, non scrivano a «Lotta Continua»? Non esaltiD!o la presa della parola, compensatoria di quella presa del potere che è sempre più distante e sempre più improbabile? Certo, è una reazione piccola, modesta, inconcludente. E' un sintomo di questa realtà allucinata, piuttosto che un atto di antagonismo ad essa. Ma ad una rooltà allucinata pur sempre rinvia. E' ad essa che dobbiamo pensiare, prima di manifestare insoffe­ renza per la reazione allucinatoria dei «ragazzi». P.S. - Per un più completo, meno frettoloso apprez­ zamento della figura e l'opera del Regista americano Don Siegel sottolineerò un particolare. La formula, dettata per telefono che fa scattare la congiura mondiale in «Te­ Iephon» ha un suono curioso. J.l suono (per ohi li ri­ conosce) di quattro famosi versi di Robert Frost «Bello» è il bosco, buio e profondo / ma io ho promesse da non trndire / miglia da fare prima di dormire / miglia da fare prima di dormire» (la traduzione è di Giovanni Giudici). Dorv'èl che li abbiamo già sentiti? Perbacco, ma li ab­ biamo sentiti, o letti, pronunciati personalmente dal poe­ ta all'inaugurazione di Kennedy. Il P , residente della spe­ ranza, che poi fu ucciso a Da:1lais, in circostanze che - ormai si è capito - non albbiamo nes,suna ragionevole speranza ormai di arrivare a conoscere, mai. 129

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