Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

immagini nel tempo; il confronto tra catene di imma­ gini. Con parola eccessiva, la Storia. Derrida potrebbe dire, usando magari l'idea di ' as­ senza di opera ' che è di Foucault, che Cartesio è stato folle nel suo uso del sogno. �Certo, basta assumersi la responsabilità del luogo da cui dirlo...). Invece, l'enigma che avviene èl quello di una mente che ment , e e si mente, sostenendo passivamente - nella sua attività - il sogno il suo contrario. E l'incertezza del sogno o son desto davvero può includere quella proiettata sulla follia di cui ci si chiedeva: è vera o finta? - Tale domanda stupida, scopriva però la follia nel suo aspetto ' razio­ nale ' (vedi la definizione che ne dà l'Encyclopédie, ri­ cordata da Foucault: allontanarsi dalla ragione 'con con­ fidenza e nella ferma persuasione di seguirla, ecco, mi sembra, ciò che vuol dire esser pazzo '), mentre qui lo scarto che impedisce la follia, almeno come parola e come concetto, è quello della mente che sogna ed è bugiarda (men(s)-songe). Non ci si stupisce allora che la follia dei Sollers sia quella trovata in una supposta alterità letteraria, nella letteratura considerata disinvoltamente menzogna - eppure verità per la stessa afifermatività (mai s-men­ tita) che è della follia anche nei furori più negativi (secondo l'approfondimento blanchotiano). Il tutto, in realtà, come ultimo tentativo illuministico non però ri­ conosciuto, e basato poi sulla follia biografica dei Nietzsche, Holderlin, Artaud (illuministi). - Il contrario dell'assenza di opera, quindi, diventerebbe in alcune sue modalità una follia, una verità di follia, sarebbe (cfr. Sollers, cit.) 'la questione più sovversiva '... Certo, così si potrà addirittura ritrovare - dopo la commedia erasmiana - la tragicità e il tragico. Gorgia sofista secondo Plutarco citato da Bayle dà questa definizione: « La tragedia » è un inganno nel quale colui che inganna 116

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