Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

tire l'assolutezza di esso legge come una preminenza qualitativa quella che è una ' precedenza logica ' con cui nel testo Cartesio cerca di rovesciare una situazione abbastanza disperata; certo, il Cogito può esercitarsi anche se io sono folle, ma la follia lo rende superfluo e inutile), che saprà solo di se stesso (nuovo atto giu­ ridico di fondazione intellettuale autogena della ragione), mentre essa lo è di ogni affermazione o azione. Una follia nominantesi e dichiarantesi forse in azione, sa­ rebbe di impaccio allo stesso modo che se Cartesio dichiarasse in partenza di essere un prete o di rifarsi ai vescovi (per assonanze lontanissime, qui sarebbe di­ vertente un excursus sul testo confuso di SoHers, « Follia, madre-schermo», in 'Vel ', agosto 1977); più potente e sicura del cogito per definizione, la follia auto-nominan­ dosi compie e compirebbe proprio l'operazione del Co­ gito, arrestando però ogni corteo di maschere in un accecamento di verità inaugurale. Ma, nonostante le gare dei buffoni, la follia non si nomina da sola, anche la 'volontà cattiva ' di essere folle che il rinchiudimento spesso intenderà punire non è però dichiarata dal folle; voler essere folle èl già esserlo (<come si trova indicato da Foucault nel testo cartesiano), è una finzione inso­ stenibile a meno di non dichiararla mai e quindi di restar definito folle. Il folle può in effetti giungere a proclamarsi tale, ma solo dopo che sarà stato nominato folle dall'altro o dagli altri (o che da essi o dal voca­ bolario gli sia stato fornito il nome), in certo senso eletto; nell'esercizio della sua follia, egli può ripetere dei giudizi su se stesso come folle (il linguaggio può conte­ nerli): non li formula autonomamente. Ogni follia grida 'io sono folle ', tende all'esibizione se non altro con la riproposta di sé, ma il suo spazio sussiste solo nello iato tra il mostrarsi-descriversi e il dichiararsi, tra il 'dirlo ' detto in realtà dagli altri e il dirlo veramente, Questo 'dire ' impossibile è detto dalla Legge per la 112

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