Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

occhi profondi. Non si sente il suono del pianoforte di Marguerite Gachet periché il tram ha cominciato a stri­ dere alla voltaita, sotto la finestra. Dalla finestra si scor­ ge, oltre il cancello, un tratto del viia1e. Il tram è pas•sato, sola immagine di vita. La sedia è di legno, impa­ gliata: sta sui mattoni larghi tra la cassapanca e una delle due porte della ,stanza numero ventisei. Sulla sedia c'è un fazzoletto e una pipa. Sul tavolo: il candeliere, una scatola di fiammiferi, un libro (De la Santé) una busta posata alla rovescia, affrancata e con un indirizzo, un piatto con tre cipolle, la pipa, un po' di tabaicco . Di qua dal tavolo una bottiglia. Di là una brocca. Nuova descrizione �complessiva) della camera di Char­ les. (Nicolas). .Dalla prospettiva della finestra, guardan­ do dentro: a desitra, in angolo, il tavolino, un asciuga­ mano appeso al muro, una delle due porte, la sedia; a sinistra, un attaccapanni, una sedia di legno impagliata come la precedente, il letto di legno chiaro con panni rossi e gialli, la porta della camera. Da questa porta entra ed esce Lisaveta. Alle pareti, cinque riproduzioni. Una raffigura Marguerite Gachet al pianoforte. Accanto aUa finestra c'è , lo specchio dove Lisaveta si pettina pri­ ma di uscire. (Ricostruzione a memoria di Pierre, secon­ do la descrizione di Lisaveta). E così andava verso quella vita ordinata e calma, alla quale aspirava da molto teµ11po. Ma1son Joujou et son jardin de fleurs suspendu au bord de la - Manche gli apparivano come 1a retraite prédestiné. Selon son pro­ jet, sa vie devait se partager entre ces deux séjour: il irnit se reposer de l'agitation de Pa'.ds en face d'un horizon immuable, au bruit cadencé de l'Océan, de cette mer qu'il avait tant aimée et tant chantée. {Dalle carte di Ax). Non so che puoi aver capito della mia espres, sione « finire un ciclo della v•ita »... Oiò ohe io intendo 96

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