Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

Stessa mano. Sul tardi si alzava, aiwtato dalla mo­ naca e da Lisaveta. Era molto debole. Andava a sedersi sotto la finestra. Foglietto di notes ritrovato da Nioalas: Il cortile della casa di pietra, due picoole finestre, la palma nel mezzo. Quella è una magnolia. Quando mi ailzavo, vedevo la palma, il segno del sud e dell'isola. Era entrata la suora per accendere la luce. Ancora Nicolas. Per sè dunque, non per lui, Lisaveta cercò di riallacciare le amicizie. Pierre non si era più visto dai giorni di Formia, da quella gita in carrozza. Nessun a1tro si era fatto vivio. Il silenzio della clinica era uguale al silenzio intorno a Charles. Eppure sul volto di lui era facile vedere qualche segno di soddisfazione. I diseurs de riens non lo infastidivano più, come acca­ deva prima del malore di Saint Loup, e l'afasia non lo obbligava a cercare denar,o al Circolo di Bruxelles. Il dolore pareva nascondere una profonda quiete. Fu Lisa­ veta, in una corsa fuori della clinica in cerca di vecchi amici con cui parl a :re, a dirlo per prima: Charles non pensa ail passato perché ne ha nostalgia: pensa al pas­ sato perché il passato ha il nome di un luogo, e questo luogo è lontano, e questa lontananza è un'isola: e l'isola è come un lembo di mondo fuori del mondo. Charles cerica l'isola non solo perché nell'isola c'è quel cortile con quella casa di pietra, Maison Joujou, e quelle due finestre e con quella palma che non somiglia alla ma­ gnolia che cresce nel cortile della clinica: la cerca per­ ché non la vedrà più ed egli lo sa. Anche se riuscirà a vederla di nuovo, non la vedrà. più com'era, né l'isola, né il paese, né la casa di pietra con il cortile, né la palma. Varie voci. Charles dormiva. Quando la monaca era entrata, Lisav,eta aveva detto che lei sarebbe uscita per un'ora, non più. La testimonianza fu raccolta da Ax 93

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