Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

ciò che ne trasmette non ne sia il ricoprimento. Affare di trasmissione dunque la passe, e la stranezza di una procedura che prevede separazione tra chi offre testi­ monianza e chi è inteso apprezzarla dipende dal fatto che non c'è trasmissione senza interruzione. Così Lacan nel suo séminaire del 10 febbraio '76: « Le phallus, ça se transmet de père en fils, et ça comporte meme quel­ que chose qui annule le phallus du père, avant que le fils ait le droit de le porter. C'est essentiellement à cette transmission symbolique, que Freud se réfère dans l'idée de castration ». Il doppio movimento di cui ho parlato si ritrovava negli interventi presentati alle Assises di Deauville, con le caratteristica però che questo doppio movimento non ne formava uno, il movimento discontinuo ripetuto della passe, in cui l'interruzione è riconosciuta come funzione della trasmissione. L'interruzione, al contrario, diventava divaricazione e ai due estremi di questa non�articolazione si aprivano come spazi autonomi gli Hauts lieux di una loi sans jouissance e i Bas fonds di una jouissance sans la loi. In definitiva comunque non è successo niente e ferite solo temute hanno trovato una marginazione im­ maginaria in quella che qualcuno ha chiamato la « fasci­ nation de l'École par elle-meme ». Che cosa c'entra tutto questo con la condizione della psicoanalisi in Italia? C'entra perché in Italia non è que­ sto o quello psicoanalista, è 1a psicoanalisi stessa a essere nella passe. Il fiasco dell'iniziativa che va sotto il nome di « cosa freudiana » sta a significare che tra­ durre non è impresa di traduttori ma un fatto del reale. Non solo questo abbozzo organizzativo, ma tutta una prima fase dell'introduzione del pensiero di J. Lacan in Italia è andata incontrn a uno scacco. Qui non è l'offerta che crea · la domanda, ma la domanda implicita in un diffuso quanto confuso « interesse per la psicoanalisi » che forza l'offerta di surrogati . Ciò che si è affermato 8

RkJQdWJsaXNoZXIy