Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

suno pensava che lo facesse per dispetto. Di Charles si era amici solo se lo si accettava così com'era. Un tale, diceva Pierre, senza fissa dimora, uno zingaro. Nessuno !invece sospettava la sua riluttanza al nomadismo della mente e della persona . Aveva bisogno di un centro, di amici, di presenze. Ax lo aveva cercato dopo che erano circolate le prime voci sulla sua salute. Carta successiva. Ax dice: J'écrivis à Charles pour lui reprocher de laisser ses amis dans l'inquiétude, le priant de m'envoyer, soit une consultation écrite de son médecin, soit une description détaillé de son état et des traitements qu'on lui faisait suivre, d'après laquelle je pusse consulter un médecin de Paris. Meritevole in� tenzione, che non avrebbe dovuto avere risposta e che invece la ebbe. Non era nel carattere di Charles. Ma, disse allora Ax, Charles stava molto male, più di quanto nessuno sospettasse. La lettera del 5 febbraio lo rivela. Una minuta di mano di Ax. Forse Ax smarrì la lette­ ra, e quando gli è stato chiesto che cosa avesse risposto Charles al suo invito a quella description détaillé ha messo giù queste righe fidandosi della memoria. Char­ les dice che per lui non è cosa facile - èl Ax che par­ la - rispondere alle sue domande e alle sue richieste. Se Ax aveva qualche consiglio, anzi qualche buon con­ siglio da dargli, gli avrebbe fatto piacere. (Ax non si spiega meglio). Per la verità, rispondeva Oharles, negli ultimi venti mesi era stato quasi sempre malato . Nel febbraio dell'anno passato violente nevralgie alla testa, reumatismi, dolori lancinanti. Il primo attacco era du­ rato una quindicina di giorni. Poi un relativo benesse­ re, alti e bassi. La ricaduta è del dicembre successivo: En janvier, autre aventure: un sair, à jeun, je me mets à rouler et à faire des culbutes comme un homme ivre, m'accroohant aux meubles et les entrainant avec moi. 78

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