Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978
metafisica di Heidegger confessa il suo échec, il suo fallimento. Quanto al « mito dell'Altro» non mi sembra proprio che si possa parlarne per Lacan anche se non mi va neppure di dire semplificando che l'Altro è l'inconscio, il linguaggio o la struttura sociale. Di questo si tratta, infatti, come le opere di divulgazione non hanno man cato di rilevare , ma insieme di... altro per effetto di quello spostamento, I'Enstellung freudiana, che deter mina la specificità, così difficile da afferrare, del sim bolico lacaniano che si distingue da ogni mitica teo ria dei simboli (Jung) come dall'arte combinatoria del- 1o strutturalismo di Lévi-Strauss e dal formalismo del la: linguistica post-saussuriana, in cui I'esta impigliato anche un Jakobson. E' una questione di sfumature, ma di sfumature che impediscono di riportarie Lacan, non solo 'ai Heidegger, ma a tutti gli altri nomi qui ricor dati. Nel seguire la traccia dell'inconscio, Lacan evita infatti, come precisa in Radiophonie (« Scilicet» 2-3, Edi tions du Seuil 1970), di metaforizzare la metafora e metonimizzar,e la metonimia, di cadere cioè sia nella trappola della mitologizzazione-spiegazione, che fa del la nozione di inconscio ,collettivo sostanzializzato il trait-d'union tra Lévi-Strauss e Jung, sia in quella del la spazializzazione per somiglianza ,e contiguità che mette Jakobson sulla stessa linea di M. Cacciari (Krisis, Feltrinelli 1967) facendo dell'afasia il presupposto di una teoria dei giochi che uccide la dialettica reale. Que stione dunque di « petites différences», ma decisive come ·una girata (virement, Enstellung) bancaria che de stituisce un emittente e muta il beneficiario. Non cre do sia troppo chiedere un'attenzione che sia avvertita delle avventure terminologiche e, senza lasciarsi acce care dai nomi citati, segua Lacan nel suo spostarsi con lo spostamento del reale nel simbolico e nel suo con densarsi per dare ai simboli peso nel reale. 23
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy