Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978
linguistico al « quadro prodotto da ogni testo letterario», ai «testi più decisivi del nostro tempo» 24 , mi pare che avvicini e fmise adegui la condiscendenza di cui qui si parla all'«onnipresenza del discorso umano» di cui parla Lacan. Costruzioni critiche Questa applicazione al discorso sul linguaggio e la sua persuasione - che si può dire nominando la condi scendenza, l'onnipresenza, come nelle frasi appena rac colte - si consegnano a ragionare di alcune prove. Il «principio della condiscendenza linguistica» significa anche l'utilità di ricorrere al testo letterario. Anzi, lo stesso principio «richiede di essere ripreso e precisa to» 25 all'interno di questo funzionamento, di questa produttività. «Che cosa può rappresentare la potenza di un testo?» La domanda, nella situazione in cui è po sta u,, tenta il ricorso della psicoanalisi e l'incontro con la verità della letterntura. E' possibile dire - appunto per ragionare di prove - che la lettura freudiana della Gradiva ha i caratteri di una «riduzione» 27 • Carattere dominante sarebbe il tematismo come «risposta fanta smatica per eccellenza alle domande sull'origiine» 28 : origine di ciò che significa la letteratura alla psicoana lisi, origine della verità che questa legge nella lettera tura. Cercare in ogni .fantasma i1l «nocciolo di verità», tentare una «genealogia» del testo, riportando il pro cedimento della tematizzazione al «sapere inconscio» dello ,scrittore: questa «avidità» delle fonti può essere la forma del desiderio di Freud di essere «il padre stesso della letteratura» 29 • La psicoanalisi che si sacrifica sul limite delle letture letterarie di Freud os,serva la sua fedeltà nel negarsi come «sapere istituzionalizzato »; ma oltre il limite (che è anche · limite storico, è non aver 191
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