Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

quel superamento del « discouradu Maitre », e dei suoi aggiornamenti neo-ne0-capitalistici, in cui ogni sovversio­ ne finora, anche quella promossa da Marx, è rimasta im­ pigliata. Occorre che si incominci a risituare ciò che, a pro­ posito di Lacan, fa sintomo, cioè emergenza dell'incon­ scio nel posto sbagliato . Primo: Lacan non è che un nome, Lacan l'oscuro, sorte che condivide con Freud il corrigendo. L'impi , antazione della psicoanalisi in Italia ha sempre sofferto di ferite da taglio o di operazioni ideologiche. Musatti a parte, che rimane il solo ad indicare una frequentazione amorosa e intelligente di Freud, non si sono avute che correzioni, alla luce di Reich o di Mélanie Klein, di Anna sempre Freud o del­ analisi transazionale, del marxismo o della semiotica, dell'ultima eco del revisionismo americano o del buon senso psichiatrico o psicologico. Quello che è mancato finora è il lavoro del concetto, un rapporto a Freud che non ne disertasse i luoghi più impervi, dall'introduzione al narcisismo all'al di là del principio di piacere, dal­ l'analisi dei gruppi e psicologia dell'io al problema eco­ nomico del masochismo, dalla tecnica e i oasi clinici aHa metapsicologia e alla teoria delle pulsioni. Secondo: il nome si è scisso. 1La prima sillaba ha dato il la alla rivincita di un'avanguardia stracciona su quella di lusso che non disdegnava i luoghi del potere culturale. La passione lacaniana del significante si è tradotta in un'apologia del delirio pseudo-poetico e so­ stanzialment,e regressiva (il mao-dadaismo lanciato al congresso degli scrittori a Orvieto ·et simiHa). Una lucida, razionale « retorica dell'inconscio » (inscrizione della let­ tera nell'inconscio o la ragione dopo Freud: il sintomo iè una metafora, il desiderio una metonimia) si è ' gon­ fiata in un paroliberismo neofuturista compensatorio di inconfessate frustrazioni editoriali e universitarie o sur­ rogatorio di un desiderio di analisi che, per non cedere 18

RkJQdWJsaXNoZXIy