Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

' realizzarlo ') in un sapere storico 'coerente ' la diffu­ sione multiforme del pensiero; la libertà irrispettosa del ' Theatrum Philosophicum ' di Foucault viene mo­ bilitata e diventa così davvero la prefazione metafisica di logiche che - col Senso in mano - fingono di non averlo: così proprio ogni collegamento meccanico e cau­ salistico tra una riflessione e l'altra si ribadisce e anzi qualsiasi risonanza - garantita dalla coabitazione in quella Storia viscosa - si porta a collegamento ' causale ' (se la causa è il tutto diffuso) assunto a formare la rete adatta a tutto . n totalitarismo cui i 'n.f. ' guardano è spesso - spec­ chiato - anche quello indefinibile del loro ' sistema cul­ turale '. Da questo bagno di 'storia permanente ', il nouveau philosophe emerge guardando dalla finestra tra una ve­ trata e l'altra dell'acquario, e dando alla realtà il 'più­ di-realtà' dell'allucinazione, risarcimento di una supposta maliziosa 'disattenzione alla realtà'. La realtà contiene infatti adesso anche i pesci dell'acqruario, è vista da die­ tro di essi (fossero anche solo disegnati sul vetro) e dietro la vetrata, appiattita nella totalità storica. In­ dizio solo apparentemente spostato è il modo curioso con cui Lévy attacca gli eccessi 'immanentistici ' del pen­ siero ' desiderante ' (riprendendo in modo più · superfi­ ciale le critiche di Lardreau e Jambet a Lyotard e esten­ dendole a Deleuze e Guattari): « Una ricerca ,genealo­ gica (...) ci porterebbe probabilmente dalle parti di Stir­ ner e Sade, di Nietzsche certamente e forse perfino di · Bergson (...) ma non è qui l'essenziale. Perché io ritengo che un pensiero si misuri anche, se non in partenza, col metro più volgare: quello dei suoi effetti di verità, cioè dei suoi effetti tout court... » �dopo di che, via contro « l'apologie du pourri sur fumier de déca:dence », con collegamento tra la schizoanalisi e 'la volontà di morte su fondo di droghe pesanti ', etc.); o con cui riprendendo 159

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