Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

« non c'è problema degli Sciti») immanente, di fronte al quale Leviatano Stato Mostro l'eroe-Intellettuale ha il dovere di tenere il ruolo del guardiano, « con le armi della sua lingua e il luogo della sua dimora, - le armi dei suoi musei e il luogo della sua solitudine», impos­ sibilitato ormai a ' rifare il mondo ' ma pronto a rinor­ malizzarlo non appena ,sarà possibile (l'impossibile, che rende quindi 'infinito ' e necessario il ruolo stesso) purgarlo della ' barbarie '. Nella puerilità del metaficismo di tale posizione, perfino il punto di partenza inoppugnabile e decisivo, Auschwitz e il Gulag, si banalizza; mancando infatti, per residuo ma inutile pudore filosofico, semplici e ba­ nali appelli alla 'natura umana ' o almeno 'alla vita umana come valore ', è ovviamente pura questione di dadi l'opzione pro o contro la detta barbarie. E anzi, facendo - magari appello alla 'grandeur ' 4, non ci senti­ remmo del tutto contrari al folle sogno della barbarie, al Mostro che ha osato porre i campi di concentramento per cancellare o rifare o perpetuare la storia... - Saltato ogni discorso, il Gulag è il Male (anche se) 'la Storia non esiste ' 5 ; nulla è legittimato se non il luogo formale - non il soggetto ma: l'Intellettuale - da cui si emette il giudizio... (Novalis, Frammento 1075. « Di quanti pochi popoli è possibile la storia! Questo pregio un popolo se l'aoqui­ sta solo mediante una letteratura o mediante opere d'ar­ te, perché altrimenti che cosa rimarrebbe di individuale, di caratteristico a lui? E' naturale che un popolo diventi storico solo quando diventa un pubblico». Dove qual­ cosa si dice, del gioco tra Arte Storia Spettacolo...). Particolarmente evidente il caso di Verneinung - una specie di ' messa in Gulag ' filosofica - riguardo alla Storia; costruita dagli storici, non lineare e irreversibile come credono i marxisti {?), negata proprio dai 'rivol­ tosi ' cui - come esempio storico - si rifanno sempre 157

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