Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

versante estremo la criminalizzazione del resto (dell'al­ tro) se non dello stesso, e come « alto ,ideale di una dura pratica quotidiana» !' , assunzione interiorizzata del- 1'occhio critico della legge. La aggressività sedata nella fascinazione del potere partecipativo rientra così nel so­ ciale come fascinazione della morte . Il rapporto del1a commissione presidenziale per la salute mentale (« Manifesto», 24 dic.) riporta alcuni dati inequivocabili. « Ogni anno un milione e mezzo di ame­ dcani passano nei manicomi. Altri 30 milioni (fra il 10 e il 15% dell'int ,era popolazione) soffrono di disturbi psichici».' La malattia sta per diventare un'idea politica. Nell'universo ideale della madre-patria i cittadini ol'ga­ nizzati secondo il modo egualitario ricevono la legge nella posizione di bambini. Per questo 1a città scuola è una figura oapitale del partecipazionismo, ma dietro di essa spunta la sagoma radicale dello stato assistenziaìe che sul territorio significa quartiere ospedale. Se fos­ simo tutti malati si realizzerebbe l'ultimo perfeziona­ mento e la dipendenza sarebbe universale. La malattia come idea politica. Ma forse anche il partecipazionismo è stato avanzato dalla prassi, la violenza della crisi ne ha smor:mto '1'en­ fasi per lasciare il posto - un posto che è -sempre quello del discorso - alle immagini della maturità e del dignus est. Non ci sarebbe forse niente da obiettare se non ricomparisse, ora decantata per la forza delle cose, quella .figura di un masochismo generalizzato e improprio che ho reperito in « Un padre viene picchia­ to», « Il piccolo Hans » n. 16. Nel disancoramento sim­ bolico che sospende il soggetto ad una idealità astratta e desessualizzata si fa strada la via di una libertà attra­ verso la morte. La razionalizzazione dei processi di produzione su scala mondiale, quello che Lacan chiama 1'ominizzazione del pianeta, derealizza - almeno nella sua apprensione sociale - ,il politico, mentre il suo di- 150

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