Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

Lacan in Italia L'uscita degli Ecrits di Jacques Lacan è del 1966. Undici anni sono un tempo insufficiente . per parlare, come usa la critica, della « fortuna» di un autore. Ma se si dovesse prestar .fede ai primi segni è piuttosto di « sfortuna» che si dovrebbe parlare. Che gli Ecrits fosse un libro che « si compra, ma per non leggerlo» avver­ tiva già ironicamente Laoan nella postface al suo Sémi­ naire livre XI, sui « quattro concetti fondamentali della psicoanalisi» apparso in Francia nel 1973. Di più, rin­ cara Lacan, gli Ecrits sono un libro che non si legge perché è · « da�non-leggere», nel senso introdotto da Joy­ ce, in quanto « ciò che si legge passa-a-traverso la scrit­ tura restandone indenne». Ebbene la sfortuna è che qualcosa se ne è letto da noi in questi anni, ma solo o per lo più attraverso la trascrizione del poco di tradu­ zione che la « scrittura» in genere sopporta o nella for­ ma di ·« citazioni» inserite nel dubbio contesto esplica­ tivo di opere di divulgazione. Di queste ne sono apparse finora tre: la diligente, ma anche riduttiva e discutibile, Introduzione a Lacan di A. Rifflet Lemaire {Roma, 1972), la sballatissima Guida a Lacan di J.M. Palmier (Milano, 1975) e la onesta ma giubilatoria Che cosa ha veramente detto Lacan di J.B. - Fà.ges (Roma, 1972). Il proliferare di vademecum di questo tipo assolv , e in questo caso, oltre 15

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