Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978
nazione specular.-virtua1e del discorso politico che «ag grega» e · «funziona». Alla morsa drammatica della cns1 ,economica ed istituzionale il discorso politico -risponde :assumendosi dunque per buona volontà il compito della rassicura zione, dell'iterazione persuasiva con intento ipnot'Ìco disangosciante. Così facendo esso manca una grossa risorsa cui potrebbe attingere se si tenesse più pros simo alle necessità strutturanti il legame sociale, alle determinazioni di un simbolico che è profondamente inerente alla dialettica intersoggettiva del lavoro e della circolazione delle merci. La rivendicazione del discorso politico appoggiandosi sull'immaginario virtuale pasce la fascinazione rassicurante del potere partecipativo. Ma se il rischio di morte che il soggetto riceve dal potere in quanto signore assoluto sembra scongiurato, la fra tellanza pacificatrice che da questa fascinazione pro cede come un fiore immaginario resta tutta confinata nell'ambiguità radicale e nell'aggressività della credenza · democraticistica. Il discorso politico si allinea così con il deperimento generale della funzione simbolica per il soggetto in questa svolta dell'uomo «affrancato » della società moderna. Il soggetto si trova al1e prese con 1'occultamento della funzione della legge fino nelle sue determinazioni suicidarie: nella figura « sociale » della nevrosi d'autopunizione. Il gioco democraticistico sem bra scongiurare il rischio di morte, mentre nella figura del potere salutare e innocente quella morte si reintro duce ma ora interiorizzata e operante per il soggetto su tutto il sociale. Il soggetto separato, incapace di reperirsi in una simbolizzazione ormai oscurata, smarrisce il rapporto strutturale con la legge - da cui si determina la posi zione del suo desiderio -; incapace di attaccarsi a qual siasi desiderio proprio è gettato, dallo stesso potere legittimo, nelle spire di una buona volontà che ha come 149
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