Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

Questo nodo ha i caratteri di una intensa dramma­ tizzazione di fronte all'estrema velocità dei processi in aJtto, alla gravità della crisi, alla pluralità e alla mobi­ lità dei fronti su cui ,si trova impegnato il partito co­ munista . E' evidente come ,esso stia giocando questioni capitali per tutto il movimento operaio e sia portato a giocarle su tutti i fronti sensibilmente mosso da surdeterminazioni straordinarie. Ciò non toglie - e anzi si oppone come una complessità in più - che quello che passa dei suoi discorsi sia non solo inade­ guato ma addirittura avulso, come se tali discorsi si muovessero in un'altra realtà, anzi come se fossero proprio destinati a produrre un'altra realtà. E con que­ sto non intendo doppiezza del politico, ma produzione parallela ad esso, un farsi discorso per farsi, con pro­ prie finalità, riflesso virtuale. Prendiamo quei discorsi che « . funzionano», « ag­ gregano» come si esprime Biagio ,De Giovanni in « Quale marxismo è in crisi?» («Unità», 9 dic.) non per ri­ spondere al quesito posto dal titolo - per stabilire con De Giovanni se si tratta di crisi del marxismo nato dalla Terza Internazionale, o con Althusser (« Ma­ nifesto», 16 nov.) di crisi della teoria, o con Veca («Unità», 7 dic.) di crisi di una ragione - ma per leggere intorno ad alcuni avvenimenti della fine del '77 - la Biennale di Venezia, il 2 dicembre i metalmec­ canici a Roma - i discorsi politici quotidiani. Dalla manifestazione dei metalmeccanici ha preso le mosse quella correzione politica che doveva portare alla cadu­ ta del governo della non sfiducia. Dalla Biennale si sono levate le voci del -dissenso che volevano rispondere alle .denuncie della crisi del marxismo. Non esiste una verità storica, ma solo una verità individuale, personale, ,da custodire gelosamente (L. La­ bedz, in M. Passi, «Unità», 18 nov.). Non credo più in alcun sogno sociale, poiché non voglio più cr, edere 141

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