Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978
«riforma dell'intelletto» e all'auspicio espresso da M. Safoua:n a neauville che si arrivi a gettare le basi di una «nuova :riazionalità senza razionalismo». Il dibattito sulla ,«nuova razionalità», suscitato in un certo senso dall'affermazione delle sinistre nel refe rendum sul divorzio del 15 giugno 1975 e nelle elezioni generali del 20 giugno 1976, si ripropone insistentemente in Italia malgrado l'aggravarsi di una crisi economica e politica che dà esoa a ogni sorta di fuga irrazionalistica. -Tale dibattito si è risolto in gran parte nel senso di fomentare la «coscienza enorme» di cui ,già Marx dubi tava che il proletariato potesse essere dotato per appro priarsi delle sue condizioni di esistenza. Una «enorme» produzione di -Enciclopedie, di Storie universali e di Trattati i(di pischiatria critica, di semiotica generale), è venuta così a controbilanciare il diffondersi di una cul tura «dello sballo e della destrutturazione». All'uso strumentale di una sapiente, mimetica «forclusion du Nom-du-père», risponde una politica del «Nommer-à» funzionale alle esigenze della dissoluzione territoriale dello Stato che investe i tecnici della riforma di decen tramento regionale del compito di gestire, improdutti vamente, emarginazione e disoccupazione. In direzione meno efìficientistica e più filosofica, alla «coscienza enorme» si adoperano quanti riprendono la tradizione idealistica di Croce e Gentile per esaltare i valori dellia ·«coscienza diffusa di massa» (penso alla · «scuola» marxista di Bari, di Giuseppe Vacca e Biagio ne Giovanni, che gode di un certo prestigio nel PCI) e quanti invece si richiamano alla scuola ungherese degli eredi di Lukacs per esaltare, nei «bisogni radicali», i valori del corpo avulsi dalle fatiche della riflessione (Pier Aldo Rovatti, animatore della rivista di filosofia «Aut-Aut» e oltraggioso recensore della edizione italia na di «Scilicet»). Il taglio breve di questo articolo mi impedisce di 12
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