Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

Le basi pulsionali della fonazione II In un articolo precedente 1 - prendendo come punto di partenza la metafore tradizionali che attribuiscono ai suoni del linguaggio una consistenza{« consonanti dure», « consonanti molli»), un grado di umidità {suoni « mou­ illés»), un gusto (« suoni dolciastri»), un sesso (« vocali maschili e femminili», « articolazione virile o effemmi­ nata, demascolinizzata»), una qualità morale (« pronun­ cia volgare o affettata, leziosa») - ho cercato di abboz­ zare una interpretazione pulsionale delle vocali e delle consonanti. Quella analisi presupponeva la disintegrazione della catena parlata. Vorrei riprendere l'analisi dei fatti di parola, facendo questa volta astrazione dai suoni isolati per non considerare che ciò che li collega, ciò che li integra in unità fonetiche più estese: l'accento, l'into­ nazione. 1. L'aocento dinamico L'accento, detto anche accento d'intensità o accento dinamico, è una messa in valore, una messa in rilievo di una sillaba (Jones, 1950, 134 ff.; Martinet, 1967, 89 sg). In certe lingue si distinguono le parole grazie alla 99

RkJQdWJsaXNoZXIy