Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

9 Quel dolce pianto mi depinse Amore 10 anzi scolpìo, et que' detti soavi 11 mi scrisse entro un diamante in mezzo 'l core. 12 ove con salde ed ingegnose chiavi 13 ancor torna sovente a trarne fore 14 lacrime rare et sospir' lunghi et gravi. Con uno slittamento di due secoli, un altro testo rafforza questa specie di dimostrazione: lo somministra il canzoniere di Gaspara Stampa (già la cosiddetta imi­ tazione petrarchesca della Stampa, che arriva fino al ricalco, si potrebbe leggere sotto un angolo diverso ap­ plicando quanto s'è detto finora, cioè come attuazione del carattere tautologico del discorso amoroso.) E' il componimento XXVI: 1 Arsi, piansi, cantai; piango, ardo e canto; 2 piangerò, arderò, canterò sempre 3 (fin che Morte o Fortuna o tempo stempre 4 a l'ingegno, occhi e cor, stil, foco e pianto) 5 la bellezza, il valor e 'l senno a canto, 6 che 'n vaghe, sagge ed onorate tempre 7 Amor, natura e studio par che tempre 8 nel volto, petto e cor del lume santo; 9 che, quando viene, e quando parte il sole, 10 la notte e 'l giorno ognor, la state e 'l verno, 11 tenebre e luce darmi e tòrmi suole, 12 tanto . con l'occhio fuor, con l'occhio interno, 13 agli atti suoi, ai modi, alle parole, 14 splendor, dolcezza e grazia ivi discerno. 90

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