Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

per isfogar la mente: i canoni del dire, del lodare, dello sfogare sono immediatamente in · atto). Come si è creduto di osservare . per «io-ti-amo», i versi di questa poesia tendono ad essere performativi. Anche il sii;i­ tagma iniziale, «Donne ch'avete intelletto d'amore», nell'istante in cui individua e indica il destinatario del discorso amoroso (2, i' vo' con voi de la mia donna di­ re), lo qualifica come figura, come funzione interna al discorso medesimo, metafora fra le privilegiate (1, ch'a­ vete intelletto d'amore). Del discorso vengono posti.. co­ me ho detto, le direzioni, le circoscrizioni, gli effetti insomma tutta la trama retorica: le stanze che seguono non sono altro che lo spiegarsi del discorso che parla se stesso. Non è senza ragione che le «figure» usate (l'Angelo, la Pietà, l'Amore) a loro volta siano introdotte a parlare, elevando così a potenze successive il dire amoroso o se si preferisce, costruendo contenitori sem­ pre più piccoli, emboi.tements sempre piìÌ raffinati. Nel testo in prosa che segue la canzone, questa viene spie­ gata strutturalmente come un discorso, come un fatto di parola e non come un evento sentimentale, vale a dire secondo il referente psicologico. Questa canzone dante­ sca conferma, io crederei, quel carattere che si può de­ finire tautologico del discorso amoroso, ossia, nel caso, della poesia amorosa: per cui esso si qualifica come metadiscorso, discorso su un discorso. Risulta in forrr.:i forse più sottile ma altrettanto esemplare nel sonetto successivo, «Amore e 'l cor gentil sono una cosa» che è un intarsio di topiche non già, come sembrerebbe emotive ossia vissute, ma espressive (al limite, lingui­ stiche: per esempio !'addirittura archetipico «cor gen­ tile»), cioè dette. 5 - Queste poesie realizzano atti perlocutivi c10e atti di linguaggio che intendono produrre o ottenere nell'ascoltatore stati o azioni particolari; nel caso, l'ef- 87

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