Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

si pareggia proprio perché macrofrase ·e microfrase amo­ rosa non fanno che rispecchiare la propria realtà. E' pressapoco quanto si diceva più su a proposito del- 1' « io-ti-amo». 4 - ·La classificazione degli atti di parola (locutivi, illocutivi, perlocutivi, dichiarativi, esecutivi o perfor­ mativi etc.) come elaborata da J.L. Austin, può accom­ pagnare con qualche utilità, in discreto sottofondo, la lettura di un secondo reperto, sempre dantesco, sempre ricavato dalla Vita Nuova: la canzone « Donne ch'avete intelletto d'amore», di cui si dà la prima strofa: 1 Donne ch'avete intelletto d'amore 2 i' vo' con voi della mia donna dire, . 3 non perch'io creda sua laude finire, 4 ma ragionar per isfogar la mente. 5 Io dico che pensando il suo valore, 6 Amor sì dolce mi si fa sentire, 7 che s'io allora non perdessi ardire, 8 farei parlando innamorar la gente. 9 E io non vo' parlar sì altamente, 10 ch'io divenisse per temenza vile; 11 ma tratterò del suo stato gentile . 12 a respetto di lei leggeramente, 13 donne e donzelle amorose, con vui, 14 ché non è cosa da parlarne altrui. Essa risulta non tanto una « poetica» ma una codi­ ficazione in atto del « parlare amoroso»: enuncia cioè non soltanto i modi (e le impossibilità) del discorso ma ne indica anche i destinatari, che nel caso sono destinatarie. Ciò che risulta caratteristico è tuttavia que­ sto: che qui la prescrizione è nello stesso tempo la propria esecuzione (i' vo' con voi della mia donna di­ re, / non perch'io creda sua laude finire, / ma ragionar 86

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