Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977
loro natura stilematica, la «vicenda» del sogno da ogni riferibilità a un'attualità vissuta-patita (sia pure tutta interiore), per collocarla invece nell'ambito delle figure d'espressione, dei moduli. L'interlocutorietà cui si accen nava, è giustificata appunto dalla sua etimologia: è effettivamente un inter-loqui, un parlare interno al par lare. Il discorso amor-oso regola, in maniera altamente simbolizzata, la gestione del discorso amoroso da parte d'ogni fedele; consiste nel dire come parla l'innamorato; insomma, regola se stesso. Nel suo complesso, questo sonetto dantesco è un esempio insigne di enunciazione senza enunciato: o per essere più esatti, di enuncia zione che ha come enunciato l'atto di enunciazione nel le sue modalità. La formula lacaniana E e si dovrà scri vere pertanto: E E . 3 - Il discorso amoroso, dunque, non dice ciò che è le sujet amoureux, mais ce qu'il dit 3 - l'estrapola zione abbastanza violenta da un particolare contesto di questa annotazione barthesiana mi verrà forse per donata in virtù della sua appropriatezza pure su un piano diverso. Il discorso amoroso, anche il discorso amoroso in poesia, può essere regolarmente trascritto, attraverso le sue molteplici varianti, in un «io-ti-amo». Ora «io-ti-amo» (vorrei rimarcare l'importanza di quel le lineette di congiunzione) è la forma estremamente contratta e infinitamente dilatata (giacché per la sua natura olofrastica sta al posto di una quantità di espres sioni più complesse ed estese) del discorso amoroso: ciò che si postula per essa vale anche per il discorso amoroso in generale. Enumero ricalcando ciò che scrive Barthes 4 : non è una frase, non trasmette nessun senso ma si connette a una situazione-limite; è un performa tivo, ossia 1a sua enunciazione si risolve nel compiere l'azione che esso enuncia; non è separabile nelle sue componenti, in particolare nei pronomi personali «io» 84
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