Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

simulazione che implica il doppio gioco della scrittura, ci si rende conto che ,l'importanza accordata da Dante ai suoi maestri non si · lascia misurare all'ampiezza del cerimoniale di devozione di cui li circonda. Perché, più che Virgilio e Guinizelli, si imponevano all'ammirazione di Dante Stazio e Arnaut, uno per la sua arte della dis­ simulazione e l'altro per la dinamica verbale che per­ mette la frode inerente alla scrittura. E c�rto è per questa ragione che il Dante-attore circonda di una zona di silenzio questi due poeti, e non rivolge loro alcun elogio nello spazio della Commedia. Saremmo tentati di capire in un senso analogo il silenzio che Dante mantiene, nel De vulgari eloquentia, sul componimento Lo ferm voler che ha il più fedel­ mente possibile imitato nella propria sestina e forse il più segretamente possibile superato in quel para-dis dove la lingua madre, glorificata nel suo essere poetico, mima la propria redenzione nella scrittura doppia della fin'Amor giocando con e contro la teologia, con e con­ tro il Padre, una commedia divina. Roger Dragonetti (Trad. dal francese di C. Calligaris) 1 Cfr. a questo proposito il nostro Dante, pélerin de la Sainte Face, Romanica Gandiense, t. XI, Gand, 1968, pp. 228-231. 2 Cfr. i seguenti passi nell'edizione MARIGO, Firenze, 1958: Il, II, 1; I.I, VI, 6; Il, XIII, 1-3. 3 MARIGO, op. cit., p. 264, n. 7. 4 Idem, Il, XIII, i�3. 5 La canzone Al poco giorno fa parte delle Rime petrose, secondo la denominazione di Vittorio Imbriani. Cfr. l'ed. CON­ TINI, in Letteratura italiana delle origini, F.frenze, 1970. 77

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