Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977
ognuno secondo il proprio stile del falso e del « sem biante». Tuttavia il rapporto dal discepolo al maestro, in quanto Stazio non rinuncia. al paganesimo della sua opera, in quanto durante tutto il tragitto che fa con Virgilio nel Purgatorio lascia a questi l'iniziativa della parola fino a chiudersi nel silenzio dopo la scomparsa di Virgilio, evoca per spostamentO il comportamento di Dante nei confronti di Arnaut Daniel: un silenzio pa rallelo da parte del poeta fior,entino segue la · scomparsa del trovatore nel fuoco che l'affina. Allargando un po' il dibattito, si vedrebbe che la parola celebrativa e il silenzio sono i due versanti di una stessa retorica dell'imitazione. La poesia lirica cor tese oppone frequentemente in una stessa canzone il poeta autentico che tiene il silenzio sull'amore che l'ispira e l'altro, chiamato losangier, che fa della lode la sua professione. Tocchiamo qui non solo alla molla più intima della paesia cortese, ma a un altro aspetto dell'ermafroditi smo del desiderio. Poiché questo conflitto costante mente confesso tra la retoricità vuota e l'indicibile della parola d'amore, la cui essenza femminile è figurata dalla dama, insomma l'antagonismo che divide l'autor in poeta e losangier, si accompagna a un altro conflitto, mai reso manifesto come tale, che è quello dell' auctor. La parola del potere, come la parola d'amore, suppone infatti un losangier, che può prender la figura del di scepolo, fedele e sottomesso, celebrante in una retorica cattivante la rietorica non meno affascinante del Maitre. Tuttavia, in questo secondo conflitto, il rivale silenzioso del losangier resta perpetuamente in disparte, cosicché il suo desiderio occulto di sovversione non si lascia sco prire che grazie a certi spazi bianchi del linguaggio. Se dunque ci . si riferisce al modello del « cnst1an chiuso» e del pagano occulto, come esempio della dis- 76
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