Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

mo, oggetto inseguito e sfuggente, non si sa se mancan� te, come nel film di Bufiuel, ma dal lato della donna, ripristinando il titolo originale La donna che cancella l'artificio con cui Bufiuel nel film ha preferito due don­ ne, usando due diversi volti per lo stesso personaggio. La questione della verginità pone dunque di fronte a un _vel: solo finché vergine la donna può essere La donna e tuttavia la scelta � falsificata dal fatto che ba-. sta che l'essere vergine duri appena un po' di più e questa donna non è più donna. Se d'altro canto rinun­ cia alla verginità, essa diventa sì per un attimo « una donna» in senso forte, ma subito dopo ecco l'ansia ,della separazione, si ritrova a non essere· più che una - delle tante - donne. (Forse solo la Madonna è riu­ scita a sfuggire al terribile vel, ma non è da tutte. Forse un po' ci riesce la madre, ma è una verginità rabiber� ciata, povera donna. CÒme ci riesce dura veramente solo nove mesi, e il figlio di tanta madre sdoppia poi in due donne la nuova portatrice di un obscur objet de desir, che è un lui ,stesso perduto). Il problema dell'alienazione nella quale il soggetto donna appare diviso, include, lo abbiamo visto con la sedia, il problema del passaggio. L'impossibilità della scelta (un Fort-Da originario che il bambino non domina con la sostituzione, perché giocando col rocchetto, os­ serva Lqcan, non fa che esercitarsi intorno a un'assen­ za: il na non c'è senza il Fort e il Fort, appunto, « non c'è»), l'impossibilità della scelta può essere ricoperta dall'illusione del petting. Ma come per la sedia che si conserva - o consuma - in dieci anni, al termine il risultato ,è il medesimo: vel sta per né l'uno né l'altro. Né la sedia, consumata alfine, né i gatti giunti contem­ poraneamente al termine della loro breve vita. Né l'uno né l'altro mi spiega forse il forte fascino di una frase della Montagna Incantata che mi segue dal­ l'adolescenza: « Tous les deux, tous les deux» era il 7

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