Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

all'udito. E non è forse di questa distanza mm1ma che l'ongle diventa metafora e misura alla strofa V: « Il mio cuore non se ne separa dello spazio di un'unghia?» _ Continuamente camuffato, l'intervallo tra il poeta e la dama, tra il nipote e lo zio o tra l' intrar e l' entre si proietta su diversi piani per scomparire, grazie ad un'al­ tra astuzia, nel momento in cui il poeta s'inpadronisce del modello divino dell'Incarnazione per giocare nella finzione e nella scrittura l'Intra-penetrazione degli in­ conciliabili della poesia. Questo spostamento dell'enunciato teologico nell'ele­ mento della metaforicità poetica è lo « s-tornamento» o il tropo che provoca la perversio letteraria del versus. Al mistero del verbo incarnato nella Vergine, evocato dal ramo disseccato che rifiorisce (v. 25) succede il radicarsi del verbo poetico nella dama-camera « come la corteccia nella verga» (v. 32).. Ed è allora che la forza verbale di intra produce la mutazione del sostantivo ongla in verbo enongla, mimando l'Incarnazione: Poiché così prende radice e s'inunghia il mio cuore in lei come la corteccia nella verga (vv. 31-32). E' come se la maestria del poeta-pigmalione avesse animato _ le parole inerti mobilizzandole nella ronda del­ le rime e dei loro sensi e avesse insieme reso vivente questa camera-rifugio dove, separato, e all'insaputa del nemico, il · poeta, con questo artificio, aveva simulato l'unione. Ora, questo artificio è ugualmente compreso nell'o­ monimo intra. II senso manifesto del verbo intrar che significa la penetrazione non ha fatto che distogliere l'attenzione dalla forma avverbiale e preposizionale en­ tre. Si trattava di mascherare sotto la forma del verbo quella dell'av-verbio che designa la prossimità, ma an- 65

RkJQdWJsaXNoZXIy