Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977
potere e al riparo di ogni interdizione, ivi compresa quella dell'« onde», godrà, ma fraudolentemente, del l'oggetto del suo desiderio: Siv ' al s a frau, lai on non aurai onde, iauzirai ioi, en vergier o dinz cambra. (1,5-6) Da notare che nel congedo, l'ambivalenza del pos sessivo d'attribuzione che accompagna il senhal, son Desirat, si inserisce in una struttura sintattica equivoca che permette di apporre il senhal tanto alla canzone che alla dama. Ciò dà luogo a due letture sovrapposte, grazie alle quali tende a cancellarsi la differenza tra la camera del sogno e quella dove il poeta non entra: si può effettivamente leggere: « Arnaut invia la sua canzone d'unghia e di zio, per il piacere della sua de siderata, cioè di colei che possiede l'anima della sua verga e il cui valore penetra nella camera», oppure « Arnaut invia la sua canzone d'unghia e di zio, cioè il canto del suo desiderio (i suoi desiderata) il cui valore solo può entrare nella camera, per il piacere di quella che possiede l'anima della verga del poeta». Questa camera unica dove il valore cantato e quello del poeta che lo canta si fondono, diventa allora il luogo dove si compie quel ben amar che, come lo lasciava supporre il verso 36, · doveva levare !'interdetto (« si ia nuills hom per ben amar lai intra»). Così, per il gioco della riflessività, si arriva a un'apparente tautologia che non è altro che l'intra-penetrazione della canzone m se stessa. Far coincidere questa camera poetica con l'altra in terdetta, risolvere le opposizioni dei contrari, richiudere il dispiegamento del sestante o della Sestina al luogo geometrico dove il desiderio del soggetto e l'oggetto del desiderio si confondono in un solo e stesso segno, in una sola e stessa designazione: son Desirat, tutto 61
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