Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

Dante di rafforzare il suo legame con il maestro pro­ venzale. E non è forse attraverso una suggestione di corso d'acqua che ci giunge il lamento del trovatore « che piange e segue il suo corso (o discorso) can­ tando»? « Ieu sui Arnaut, que plor et vau cantan » · (v. 142). La metafora del fiume, riferita alla retorica del maestro, la si ritrova d'altronde esplicitamente formulata nell'o­ maggio reso da Dante a Virgilio: « Or se' tu quel Vir­ gilio, e quella fonte / che spande di parlar sì largo fiume?» (Inf., 1,79-80). Il De vulgari eloquentia ci offre altre testimonianze dell'ammirazione di Dante per l'opera del maestro pro­ venzale 2 • Per Dante, Arnaut Daniel rappresenta un · illustre modello, non solo perché la canzone L'aur'amara esem­ plifica, come canzone d'amore, uno dei tre argomenti che possono essere trattati in volgare illustre e perché inoltre la canzone Sols sui offre l'esempio perfetto del­ la « più alta costruzione», ma soprattutto perché, nella maggior parte delle sue canzoni, Arnaut adotta la strofa indivisa chiamata in antico provenzale coblas dissolu­ tas 3 • Dante cita come esempio di questa strofa la can­ zone Si 'm fos Amors de ioi donar tan larga 4. Ora, Dante sostiene di aver imitato, nella sua sestina (Al poco giorno e al gran cerchio d'ombra 5 ), questa strofa indivisa di cui Arnaut ha fatto grande uso. Una , tale confessione non può non sorprendere un po' il lettore, dato che la struttura strofica della can­ zone Al poco giorno non corrisponde interamente alla forma delle coblas dissolutas della canzone che Dante sostiene d'aver imitato, piuttosto essa si organizza pre­ cisamente, come l'ha fatto osservare Marigo, secondo la retrogradatio cruciata, presente nell'unica sestina che Arnaut Daniel abbia composto, quella appunto di cui ci occupiano: Lo ferm voler q'el cor m'intra 6 • 55

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