Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

essere usata, ma solo contro di te; cose che si fanno da ragazzi, poi qualcuno scopre la cambiale); che importa . la (tua) lunga lettera (e magari, chissà, c'è stata la ri­ sposta: breve, ma evidentemente investita della tua · totalità ') di fronte a un qualsiasi segno pubblico, un bacio, un abbraccio (anche il più 'falso ' -? -), un posto a tavola e un comportamento; si è a tavola per mangiare e/o per qualche rito, non importa se seduta di fronte c'è! una 'macchina ' incandescente, una semi­ sfera che si era versata in un discorso: la Storia la oltrepassa e la tocca senza scottarsi (cfr. Barry Lyndon), La tua scrittura non ha valore, anche se tu (scrivevi in essa) le davi valore di prova: come chi portasse un film non 'provato ' al di fuori di se stesso come 'do­ cumento ', ma una cosa narrativa, una commedia o una tragedia, come prova di un adulterio o di un assassinio o di un furto. Che la finzione vera di scrivere appunto sia impos­ sibile da smentire, porta il discorso (scritto a testimo­ nianza) d'amore sul piano di una 'esperienza limite ' . (Blanchot parlando di Bataille (22): « Ma stranamente tut­ to questo non basta: ad ogni istante gli avanza come una parte di morte che non riesce a investire nell'attività. Il più delle volte non se ne rende conto, non ha tempo, ma se arriva ad aver sentore di questo sovrappiù di nulla, di questa inutilizzabile vacanza, se scopre di essere legato al movimento che lo fa infinitamente morire ogni volta che un uomo muore, se si lascia prendere dall'infinito della fine, ailora diventa necessario appagare un' altra esigenza, non più quella di produrre ma quella di spendere, non più di riuscire ma di fallire, non più di operare e di parlare utilmente' ma di parlare a vuoto e di stare ozioso, esigenza il cui limite è dato nella 'esperienza interiore '. ») E' il lungo camminare sperperantesi di Tunda in Fuga senza fine di Roth; scrivere come viaggiare con la solita fotografia in tasca: e in fondo il momento del 20