Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

tico potrà avvenire solo se 'tappata' (e raddoppiata come 'possibilità di vuoto') da un'altra metà. (Il bisogno di 'raccontare tutto', svuotarmi forse; forse è importante svuotarsi - tentare - per sognare Magdebur­ go, un vuoto dentro cui arrivare sulla luna: ma tu vuoi amare dentro un sommergibile - cqn aria magari viziata - che si muove in acque profonde). Inoltre essa scrittura rimane inevitabilmente 'priva­ ta ', il linguaggio diventa solo tuo e tu sei solo linguag­ gio. L'hai scelta perché, in quanto scrittura, non si (s)mentisce mai ed è figura di unità (20). Una voce, una bocca, una testa, un fallo, una scrittura, tutto lontano dai 'due occhi'. Nella l·ettera (p. es.), solo tu, uno a uno, senza gli occhi sfalsati che ti guardano (gli occhi che forse 'un pittore di grandissimo talento' potrebbe riuscire a riprodurre quando mentono o quando dicono · il vero, ma allora è lui a decidere, il pittore , la sua capacità di riprodurre e di fare copie; « L..voyait avec stupéfaction A.. faire à la serveuse de ce restaurant bavarois, pour lui commander sa schnitzel, les memes yeux tendres, le meme regard angélique qui l'émou­ vaient tant quand ces mines lui étaient adressées » (21)... scrivere un libro per uno sguardo 'sbagliato'...), senza la voce del telefono che è già corpo, e ti rammenta la mancanza (che tu vuoi) dell'occhio. E la paura con­ tinua (che la tua grammatica e la sintassi vengano di­ storte o viste tali), si produce un discorso che si vor­ rebbe addirittura soientifico e che procede per 'noie' e per 'tristezze' (lemmi esclusi dalle encic lopedie nuo­ ve, dove trova posto 'amore'' perché dietro ha tanta cultura e tanta storia, e poi l'eros è importante e il sesso...), p. es. Poco importa che tutto vi si cerchi di dire e spie­ gare. Essa resta scrittura privata, di scarsissimo valore in tribunale (dove comunque, se c'è la tua firma, può 19

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