Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

che tutte le proposizioni ottenute illogicamente a par­ tire da esso possano funzionare. De Rougemont ha nar­ rato una lunga storia di amore e di morte (16); chi ha letto de Rougemont e soprattutto chi non ha bisogno di 'leggerlo ', cerca di non autodistruggersi troppo, o magari di non diventare ennesima figura di una storia letteraria, eppure il libro d'amore meno tetro (o per� fino più ' gaio ') che sia stato scritto dai tempi del primo surrealismo termina (non triste né noioso ma) in questa citazione dal mistico Rusbrock: « Il vino mi­ gliore e più squisito, come anche il più inebriante (...), del quale, senza bervi, l'anima annientata si inebria . anima libera ed ebbra! obliosa, obliata, ubriaca di quel che non beve e non berrà mai! » (17). La pienezza viene raggiunta solo inebriandosi di · negatività; almeno, la pienezza di cui si può scrivere, la pienezza della scrit­ tura della parola del racconto. Non si dà discorso d'amo­ re pieno e felice {se non appunto nella noia o di un discorso sull'amore o dell'apparire di un amore che, affermato e conchiuso, non parla), neanche nelle espe­ rienze mistico-religiose (o assolutamente erotiche) che sembrano avvicinarlo. (« La proposizione: 'Le sensazioni sono private ' è para­ gonabile a'il solitario si giuoca da soli.'. » (18) - « Dell'evi­ denza imponderabile fanno parte le sfumature dello sguardo, del gesto, del tono di voce. :- Posso riconoscere il sincero sguardo d'amore, distinguerlo dallo sguardo che simula amo­ re (e naturalmente qui può darsi una conferma 'pondera­ bile ' del mio giudizio). Ma posso essere assolutamente inca­ pace di descrivere la differenza. E questo non soltanto per­ ché le lingue che conosco non hanno le parole adatte. Per­ ché, allora, non introduco una parola nuova?. - Se fossi un pittore di grandissimo talento, si potrebbe pensare che raffi­ gurassi in immagini lo sguardo sincero e quello che si­ mula. » (19) Di qui ha inizio la grande paura (segno privilegiato d'amore per Tolstoj che - nel 'Diario ' - da essa lo 17

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